Lunedì 30 gennaio 2023
SPETTACOLO
VOCI DAL BUIO
I destini intrecciati di quattro amici tra Prato e Firenze negli anni ’43-’44
A cura di
Vera Paggi, Ermanno Smulevich, Roberto Visconti
Con la partecipazione di
Luciano Ardiccioni e Rosanna Marcato
Canto e letture
Chiara De Palo
Musiche di Ivan Vandor
Associazione Camera Musicale Fiorentina
In collaborazione con
Fondazione Museo della Deportazione e Resistenza
e Fondazione Teatro Metastasio di Prato
Con il contributo di UNICOOP sez. soci Prato e il patrocinio del Comune di Prato
Nella primavera del 1943 quattro giovani amici si frequentano nelle strade di Prato. Cercano la spensieratezza dei vent’anni, nonostante la guerra che infuria in tutta Europa e non risparmia le città. Alessandro Smulevich,
Lia Sara Millul, Goffredo Paggi, Anna Caterina Dini trascorrono insieme lunghi pomeriggi, si confidano, si innamorano. La loro vita cambierà drasticamente all’indomani dell’8 settembre. Alessandro, Lia Sara e
Goffredo sono ebrei.
Alessandro Smulevich con tutta la famiglia riesce dopo molte peripezie a fuggire nella campagna di Fiorenzuola. Nascosti dai contadini – la famiglia Matti e la famiglia Angeli – che li hanno protetti fino alla fine
della guerra, a rischio anche della loro stessa vita. I loro discendenti hanno ricevuto l’onorificenza di Giusti fra le Nazioni.
Lia Sara Millul si nasconde nel convento delle suore francescane missionarie di Maria in piazza del Carmine a Firenze, dove diverse decine di donne e bambini avevano trovato protezione aveva compiuto da pochi mesi
19 anni quando viene arrestata a Firenze il 26 novembre 1943. Di Lia Sara resta traccia, oltre che nei pochi documenti della persecuzione e deportazione, solo in una foto e in una ciocca di capelli rossi che questa aveva
consegnato all’amica Anna prima di partire per Firenze.
Goffredo Paggi viene denunciato e arrestato a Firenze il 7 dicembre 1943. Detenuto prima alle Murate, poi internato nel campo di Villa La Selva a Bagno a Ripoli, viene portato a Milano nel carcere di San Vittore e il
30 gennaio 1944 deportato ad Auschwitz. Non è più tornato.
Anna Caterina Dini resta a Prato e non avrà più notizie dei suoi amici ben oltre la fine della guerra. Aspetterà a lungo il fidanzato Goffredo e l’amica del cuore Lia dei quali conserverà alcune fotografie e una ciocca di
capelli.
Dal 2002, anno di apertura del Museo della Deportazione di Prato, sono state portate avanti ricerche sulla deportazione da Prato, anche sulle storie dei due unici deportati per motivi “razziali”, Lia Sara Millul e Mario
Belgrado. Di Lia e del suo legame con la città si sapeva già dalle ricerche dello storico locale Michele di Sabato che ne aveva trovato traccia anche nei documenti ufficiali di censimento degli ebrei a Prato, ma poco si sapeva
della sua vicenda personale.
Nel 2017 la famiglia Smulevich trova il diario di Alessandro riposto in un armadio: è il racconto minuzioso di giorni spensierati e di momenti drammatici. In quelle pagine oggi diventate un libro (Matti e Angeli, una
famiglia ebraica nel cuore della Linea Gotica, Diario 1943-44, ed. Pendragon) i figli di Alessandro scoprono i racconti della vita dei quattro ragazzi e trovano i loro discendenti.
Nel 2021 il Museo della Deportazione promuove un evento online per parlare della vicenda di Lia Sara Millul per aggiungere a quanto già noto ulteriori notizie sulla sua intenzione di partecipare alle attività della rete
clandestina di Giorgio Nissim. Proprio in questa occasione Roberto Visconti, figlio di Anna Caterina Dini donerà al Museo della Deportazione di Prato una ciocca di capelli dell’amica del cuore Lia Sara Millul e la
foto di Goffredo Paggi rimaste custodite per oltre 70 anni.
ottobre 2022 Vera Paggi, Ermanno Smulevich, Roberto Visconti, si sono conosciuti e incontrati per la prima volta a Prato e insieme al Museo della Deportazione di Prato decidono di provare a realizzare un evento su
quanto emerso anche grazie al diario di Alessandro Smulevich.
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Vera Paggi “pronipote” di Goffredo, giornalista. Ha iniziato negli anni ’80 al quotidiano L’Unità. Le prime inchieste televisive con Guglielmo Zucconi. Poi al Corriere Economia e di nuovo in cronaca, con il quotidiano
La Repubblica. Dal 1998 alla Rai. A Rainews24, che nasceva in quei mesi. Una scommessa vinta con Roberto Morrione e poi con Corradino Mineo. Inchieste, dirette, trasmissioni di economia, cronaca, reportage,
documentari, libri. Oggi cura il canale di audio documentari Di Storia/In Storia.
Ermanno Smulevich, figlio di Alessandro, autore del diario, è nato a Firenze nel 1951. Medico, ha esercitato la professione di chirurgo per quasi 40 anni in un ospedale fiorentino. Autore di numerose pubblicazioni
scientifiche, ha diretto per 15 anni una rivista di chirurgia diffusa tra i chirurghi di tutta Italia. Ideatore e coautore di un trattato multimediale di chirurgia edito da UTET.
Roberto Visconti, figlio di Anna Caterina Dini, attore. Ha iniziato giovanissimo con il Laboratorio di sperimentazione teatrale diretto da Luca Ronconi. Con Giustino Durano per Rai 3″ Il Punto e il Contrappunto”.
In teatro ha interpretato “Il compagno dagli occhi senza cigli” di Gabriele D’Annunzio con Remo Girone e i Litfiba, regia di Massimo Luconi, “Cronache di poveri amanti” regia di Carlo Lizzani. Ha lavorato con vari
registi in teatro e nel cinema da Franz Weist a Giacomo Battiato. È stato uno degli interpreti del film “La Passione di Cristo” di Mel Gibson. In queste ultime settimane è andato in onda su Rai 5 con lo spettacolo
“Filippo Brunelleschi nella Divina Proporzione” per la regia di Giancarlo Cauteruccio.
Per info: Elena Bresci segreteria@museodelladeportazione.it – 0574470728
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