Museo della deportazione

Il Museo della Deportazione è un luogo di memoria per ricordare quanto accadde nei campi di concentramento e di sterminio nazisti.

È stato inaugurato nel 2002 a Prato in località Figline grazie all’instancabile opera di testimonianza di alcuni superstiti pratesi riuniti nell’Associazione nazionale ex deportati (ANED) e grazie al Comune di Prato, nella ferma convinzione di aver creato un luogo utile per la crescita culturale e civile dei cittadini, giovani e meno giovani.
Si basa sulla vicenda dei lavoratori toscani arrestati dai nazifascisti in seguito allo sciopero generale del marzo 1944, deportati nel lager di Mauthausen in Austria e nei suoi sottocampi di Ebensee, Gusen e Melk, per allargare poi lo sguardo alle storie di milioni di uomini e donne, vittime di rastrellamenti avvenuti in ogni parte d’Europa, deportati per motivi politici e razziali secondo il disegno di asservimento e annientamento di interi popoli messo in atto dal III Reich durante il secondo conflitto mondiale.

Il percorso espositivo è stato concepito come un viaggio simbolico in un lager nazista. Alcuni oggetti esposti sono originali, provenienti dai campi e dalle fabbriche scavate in gallerie nelle montagne di Ebensee dagli stessi prigionieri. Altri sono stati ricostruiti per iniziativa dei pochi superstiti, dopo il loro ritorno a Prato, per la necessità di testimoniare le atrocità subite nel lager e le terribili condizioni del lavoro schiavo.
Nel Settembre 2010 è stato inaugurato un nuovo e moderno percorso museale audiovisivo dal titolo “CON I MIEI OCCHI – voci e volti di superstiti dei campi di concentramento e sterminio nazisti”. Il percorso è composto da sette postazioni video, con trasmissione diretta dell’audio nelle cuffie distribuite ai visitatori, nelle quali appaiono testimoni, ebrei sopravvissuti al genocidio e deportati politici prevalentemente toscani, ma anche sinti e rom, omosessuali e testimoni di Geova che raccontano le loro esperienze secondo un percorso suddiviso in tappe tematiche in cui vengono narrati vari aspetti della deportazione come l’arrivo, la vita e la morte nel campo, le selezioni e lo sterminio.

Centro di documentazione

Al primo piano dell’edificio si trova il Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza.

Fin dalla sua apertura, avvenuta in contemporanea al Museo, qui viene organizzata e resa disponibile, non solo per ricerche specialistiche ma anche per iniziative didattiche, una documentazione incentrata sulla memoria delle deportazioni nei lager nazisti, delle stragi e gli eccidi in Italia e in Toscana e sui movimenti di Resistenza al fascismo e al nazismo.
Le fonti documentarie e fotografiche, come schede, elenchi e corrispondenza dell’Ufficio centrale economico e amministrativo delle SS, provengono soprattutto dall’Archivio federale di Berlino in Germania e dei Musei-memoriali di Mauthausen e di Ebensee in Austria.

Il Centro ha focalizzato la sua attenzione anche sulla raccolta di materiale informativo su istituti di ricerca, associazioni e fondazioni analoghe e luoghi di memoria italiani e europei con i quali esiste una proficua cooperazione. Lo spazio è costituito da una sala video e conferenze e mette a disposizione di studiosi e cittadini una biblioteca specializzata con oltre quattromila volumi e materiali audiovisivi disponibili anche come prestito interbibliotecario. E’ possibile reperire informazioni e documentazioni attraverso tre postazioni PC con collegamento internet. Lo spazio ospita spesso attività culturali come incontri, presentazioni di libri e di film, mostre temporanee e piccoli spettacoli teatrali.
Questa struttura è un luogo di conoscenza e d’incontro per quanti intendono approfondire i temi della memoria storica orientati anche verso problematiche dell’attualità e dell’impegno civile.

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