In occasione dell’evento “Intrecci di storie”, progetto che vede otto musei ospitare una mostra diffusa sul territorio, il Museo della Resistenza e della Deportazione ha allestito la mostra “I partigiani sovietici nella resistenza pratese”, curata da Enrico Iozzelli.
Il progetto complessivo vede coinvolti gli otto musei della rete “Ti porto al Museo” e sono: Mumat di Vernio, Museo della Badia di Vaiano, Museo della Deportazione e Resistenza, Casa Museo Leonetto Tintori, Fondazione Parsec con Centro di Scienze naturali e Museo di Scienze planetarie, Museo Soffici di Poggio e Museo archeologico di Artimino.,
L’iniziativa, il cui titolo completo è “Intrecci di storie – da Prato agli Urali. Gli scialli di Orenburg”, nasce da un’idea di Adriano Rigoli, responsabile del Museo della Badia di Vaiano. Ad essere protagonisti, oltre alle storie dei due popoli, sono i preziosi scialli provenienti dalla collezione del Museo di Belle Arti di Orenburg, noti per la loro estrema leggerezza ma capaci di proteggere dal freddo. Ciascun museo ha affrontato la tematica, in base alla propria identità e alle proprie peculiarità; spaziando così tra arte, cultura e scienza.
L’intreccio tra Italia e Russia portato in mostra al Museo della deportazione e resistenza racconta gli eventi che videro italiani e sovietici uniti nella lotta di liberazione in tutta la pensiona e in particolare a Prato. Degli oltre cinquemila sovietici attivi in Italia, oltre 400 morirono in combattimento; più di 1.600 furono in prima linea in Toscana. A Figline di Prato, dove oggi ha sede il Museo, tra i partigiani uccisi da un reparto della Wehrmacht in ritirata, ci sono almeno due cittadini dell’ex-URSS: uno rimasto sconosciuto e l’altro chiamato Nicolaief.
Per scaricare la mostra completa “I partigiani sovietici nella resistenza pratese” clicca QUI
40 Comments