Museo della deportazione, in 85 mila a confronto con le tragedie del ‘900
Si è insediato il nuovo comitato scientifico: ‘Uno sguardo internazionale’
Castellani: ‘Scelta di crescita’. Nel 2018 sono state 239 le classi in visita
Prato, 27 marzo 2019 – Con la storia e con la memoria non si scherza. Chiassosi e distratti, poi d’un tratto silenziosi e attenti. Si comportano spesso così i ragazzi che, con i loro insegnanti, visitano il Museo e il Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza di Prato, un punto di riferimento in Italia e in Europa per la storia e la didattica, dove si è appena insediato il nuovo comitato scientifico, composto da studiosi di rilievo internazionale.
“Sviluppare lo sguardo internazionale che già caratterizza il lavoro della fondazione”. È questo il motto che guiderà il lavoro del Comitato alla cui guida c’è lo storico Marco Palla, profondo conoscitore delle vicende della Toscana occupata dai nazisti e della strage di Sant’Anna di Stazzema. Sarà stretta la collaborazione con Aurora Castellani, presidente della Fondazione Museo e Centro di Documentazione della Deportazione e Resistenza e Camilla Brunelli, che dirige il museo e il centro di documentazione dalla sua nascita. Il responsabile della didattica Enrico Iozzelli sarà il segretario del Comitato.
“Questa è una fase in cui c’è da investire ancora di più nella trasmissione della memoria e nella didattica per questo abbiamo chiesto, con determinazione, che entrassero a far parte del comitato scientifico alcuni tra i più importanti studiosi italiani che ringraziamo per la disponibilità – sottolinea Aurora Castellani – la Fondazione ha fatto una scelta di crescita per lavorare di più e meglio, del resto siamo a un passaggio cruciale perché stanno scomparendo molti testimoni diretti e c’è la necessità di salvaguardare i messaggi preziosi che ci hanno affidato”.
Nel 2018 sono state 239 le classi e oltre settemila le persone, in larga parte giovani, che hanno visitato il museo e il centro di documentazione. Dal 2002 ben 85 mila persone hanno scelto di visitare le sale del museo con il suo percorso doloroso e necessario che è un preciso dovere non dimenticare, per visite individuali, visite guidate di gruppi e percorsi didattici per scolaresche. Arrivano a Prato, oltre che da Firenze Pistoia, da molte province toscane e dal resto d’Italia. Spesso per una visita ci sono gli studenti delle Università americane con sedi a Firenze e Prato. “Al nostro museo il Giorno della memoria è tutti i giorni”, dice la direttrice Camilla Brunelli, “facciamo l’impossibile per stimolare l’intelligenza emotiva degli studenti in visita. Infatti, solo la conoscenza dei fatti, complessi ma da studiare in modo approfondito, unita all’emozione che sopravviene inevitabilmente quando si apprende cosa hanno subito anziani, uomini, donne e bambini vittime dei crimini del nazifascismo, può contribuire in modo efficace alla crescita culturale e civile dei cittadini.”
Il comitato scientifico, come dicevamo vede oltre a Marco Palla l’impegno di storiche e storici di altissimo profilo, come Frediano Sessi, il maggiore esperto della storia del campo di Auschwitz in Italia, il berlinese Klaus Voigt, profondo conoscitore della storia italiana durante al seconda guerra mondiale. E poi Marta Baiardi, esperta della Shoah, Dianella Gagliani, studiosa della storia dell’opposizione politica e culturale al fascismo, Nicola Labanca, che ha approfondito tra l’altro l’espansione coloniale italiana in Africa e l’internamento in Germania dei militari italiani e Annalisa Marchi, esperta di didattica della storia. Il comitato scientifico affiancherà il lavoro del personale del museo e del consiglio di amministrazione, rinnovato nel novembre scorso.
La storia del Museo – Inaugurato il 10 aprile 2002, alla presenza del presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, grazie all’instancabile opera dell’ANED (Associazione nazionale ex deportati sezione di Prato) e al Comune di Prato. È una delle poche strutture in Italia a essere interamente dedicata alla conservazione della memoria della deportazione e di quanti persero la vita nei campi di concentramento e di sterminio nazisti e nelle lotte di Resistenza e Liberazione dal nazifascismo.
Nel 2008 è diventato Fondazione Museo e Centro di documentazione della Deportazione e Resistenza – Luoghi della Memoria Toscana e nel 2012 ha avuto il riconoscimento di Museo di rilevanza regionale. Il socio di maggioranza è il Comune di Prato, ma nel CDA siedono tutti gli altri Comuni della provincia di Prato, ANED e ANPI di Prato e la Comunità Ebraica di Firenze. I componenti del nuovo CDA sono la presidente Aurora Castellani, Luca Squillante (Comune Prato), Riccardo Cammelli (Provincia Prato), Claudio Maestripieri (Comune Cantagallo), Stella Spinelli (Comune Carmignano), Valentina Vespi (Comune Montemurlo), Sara Di Palma (Comune Poggio a Caiano), Federica Pacini (Comune Vaiano), Barbara Di Sciullo (Comune Vernio), Ivano Cappelli (ANED), Angela Riviello (ANPI) e Renzo Bandinelli (Comunità Ebraica Firenze).
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