RACCONTARE LA STORIA: DAI MANUALI SCOLASTICI ALLA NARRATIVA PER RAGAZZI
LUNEDÌ 19 MAGGIO 2025 ORE 18
nell’ambito delle iniziative per la celebrazione dell’80° anniversario della liberazione dei campi nazisti
Luca Bravi, dell’Università di Firenze, dialoga con Bruno Maida, dell’Università di Torino, a partire dal suo ultimo libro: Se mi prendi per mano (Edizioni Giralangolo, 2025). Interverrà con un saluto introduttivo Angela Riviello, presidente ANPI provinciale Prato. L’iniziativa fa parte della rassegna di eventi promossa da ANPI Prato per l’80° anniversario della Liberazione.
Bruno Maida è professore di Storia contemporanea presso il Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Torino. Per Einaudi ha pubblicato La Shoah dei bambini. La persecuzione dell’infanzia ebraica in Italia (1938-1945) (2013 e 2019), L’infanzia nelle guerre del Novecento (2017 e 2023), I treni dell’accoglienza. Infanzia, povertà e solidarietà nell’Italia del dopoguerra 1945-1948 (2020), Sciuscià. Bambini e ragazzi di strada nell’Italia del dopoguerra 1943-1948 (2024) e Non si è mai ex deportati. Una biografia di Lidia Beccaria Rolfi (2025).
MUSEO DELLA DEPORTAZIONE E RESISTENZA
VIA DI CANTAGALLO 250
sala conferenze al piano superiore
ingresso libero fino ad esaurimento posti
SE MI PRENDI PER MANO. È il 1943 e Alberto ha dieci anni. È cresciuto negli anni del fascismo e per lui Mussolini è il punto di riferimento: il duce non può sbagliare e fa solo il bene degli italiani. Perciò, se dal 1938 il regime ha discriminato lui e la sua famiglia, in quanto ebrei, deve esserci una ragione.
Alberto vive una vita tutto sommato serena nella grande casa dei nonni, che per lui sono la sua famiglia. La madre è morta in circostanze misteriose; il padre, Vittorio, si è chiuso in se stesso e non riesce a dedicare tempo e pensieri al figlio. Quando però il regime fascista decide che gli ebrei devono essere arrestati e mandati in campo di concentramento, Vittorio capisce che è venuto il momento di scappare dalla città dove abitano. I nonni, invece, decidono di restare.
Iniziano così, per padre e figlio, lunghi mesi in cui fuggono, si nascondono, temono in ogni momento di essere catturati. Incontrano anche molte persone generose che li aiutano. Prima di tutto una famiglia di contadini che li accoglie, poi i partigiani di una banda, che li proteggono e li portano fino al confine con la Svizzera. La lunga fuga, gli incontri e le esperienze fanno lentamente comprendere ad Alberto tutto il male del fascismo.
Ma sono soprattutto mesi in cui padre e figlio imparano a conoscersi, a sostenersi e a capire che, per salvarsi, devono prendersi per mano. Un romanzo di formazione che attraversa un tempo durante il quale Alberto sarà costretto a crescere velocemente, mettendo in discussione i valori trasmessi dal regime. Un tempo in cui però vivrà una grande avventura.