DIEGO BIAGINI
DIEGO BIAGINI era nato a Prato il 19 aprile 1894. Nel 1944 era sfollato a Calenzano con la moglie e i quattro figli per sfuggire ai continui bombardamenti che quasi ogni giorno colpivano il centro laniero. Caporeparto della tessitura di Ettore Lucchesi, era un convinto antifascista e aveva partecipato consapevolmente allo sciopero generale dei primi di marzo del 1944. Per questo motivo fu catturato in piazza San Francesco la sera del 7 marzo 1944, poi portato al Castello dell’Imperatore e infine alle Scuole Leopoldine di Firenze. Non vedendolo tornare, i suoi familiari lo cercarono in città ma non ebbero notizia alcuna sulla sua sorte. Poi seppero soltanto che “era partito un treno pieno di uomini” e che Diego era fra questi. Lo stesso 7 marzo un violento bombardamento alleato si abbattè su Prato, provocando sedici morti, ingenti danni alla città e distruggendo anche la casa di Biagini. In un solo giorno la famiglia aveva perso il padre e la casa.
Diego Biagini fu deportato da Firenze l’8 marzo 1944 nel campo di concentramento di Mauthausen, dove arrivò l’11 marzo 1944 e fu classificato con la categoria Schutzhäftling (deportato per motivi di sicurezza), ricevendo il numero di matricola 56.962. Dichiarò di essere un meccanico tessile. Fu poi trasferito al Sanitätslager di Mauthausen, dove morì l’8 aprile 1944, dopo un solo mese dall’arresto, alle soglie del suo cinquantunesimo compleanno.
Il 13 giugno 1944 la moglie Natalia ricevette una lettera scritta in italiano e in tedesco, firmata dal capitano Von Alberti, comandante della “Polizia di sicurezza” della sede di Firenze: “Sono assai spiacente dovervi comunicare, che il Vostro marito, Diego Biagini, nato il 19 marzo 1894 a Prato, è morto sul posto di lavoro l’8 aprile 1944 a causa di una incursione nemica. Questa lettera vale come certificato di morte presso le autorità italiane.” Quelle poche righe non dicevano tutta la verità sulla morte di Diego Biagini. Infatti, se la data fu effettivamente quella indicata, l’uomo non morì “a causa di una incursione nemica”, ma fu deliberatamente ucciso nel Sanitätslager di Mauthausen. Dopo l’esecuzione di Gino Gelli, avvenuta durante il viaggio verso l’Austria, Diego Biagini fu il primo del gruppo partito da Prato a morire nel campo. La sua famiglia è stata l’unica a ricevere una comunicazione ufficiale da parte delle autorità naziste.
Trova qui la sua pietra d’inciampo.
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